Non solo didattica…

La consuetudine di vedere il flauto dolce fare capolino dagli zaini scolastici, fra libri, quaderni e merendine, non deve trarre in inganno: questo strumento ha un passato glorioso, una storia per alcuni tutta da scoprire.

Soltanto in epoca recente (nei primi anni del ‘900), per opera di didatti di area anglosassone, il flauto dolce è divenuto uno strumento di impiego scolastico (modificato in Germania per facilitarne l’uso ai bambini della scuola materna, dando vita al modello con “diteggiatura tedesca”, alternativo all’originale con “diteggiatura barocca”, altrimenti detta “inglese”), mentre prima del suo oblio, alla fine del ‘700, il suo impiego nella musica d’arte era diffusissimo, come provano composizioni di primo piano quali i Concerti Brandeburghesi di J.S.Bach o i Concerti di Vivaldi, la trattatista dell’epoca, l’iconografia e i numerosi strumenti conservati nei musei.

La riscoperta della musica antica ha nuovamente portato il flauto dolce all’attenzione dei compositori, per cui oggi grandi musicisti dedicano il loro impegno a questo strumento, componendo per esso o facendone oggetto di studio d altissimo livello.

Ecco alcuni link per approfondire:

Loeki Stardust Quartet

Lucie Horsch

Flautando Köln

Benjamin Britten: “Swiss Clock” from “Alpine Suite”